
di Carlo Ruggiero e Fabrizio Ricci
Marian Mohammed Hassan parla un italiano fluente e senza accento, vive in Italia da più di vent’anni, d’altronde, da quando in Somalia è iniziata l’interminabile guerra civile che ancora strazia il suo paese. E’ la presidente di Aiscia, l’associazione italo-somala delle comunità internazionale e africana, una delle associazioni di cittadini somali presenti in Italia. A lei abbiamo chiesto cos’è successo la notte tra l’11 e il 12 novembre, quando a Roma la polizia ha fatto irruzione nell’ex ambasciata di Somalia in via dei Villini, occupata da anni da 120 rifugiati politici del suo paese.
Secondo le note rilasciate il giorno dopo dalla Questura, quella sera durante un’operazione messa in atto “per disarticolare un’organizzazione dedita al traffico degli stupefacenti” si era proceduto allo “sgombero dell’ex sede dell’Ambasciata somala in Via dei Villini, ove trovavano rifugio cittadini somali coinvolti nel traffico di stupefacenti”.
Ma la verità che ci racconta la signora Hassan è un po’ diversa.
Rassegna: Cos’è successo veramente quella notte?
Hassan: Innanzitutto, sono girate voci relative a due arresti per spaccio di stupefacenti. Noi siamo andati a controllare personalmente, ma nessuno dei ragazzi dell’ambasciata è stato fermato per qualche reato. Poi mi era stato assicurato che contestualmente allo sgombero il Comune si sarebbe mosso per trovare agli occupanti una nuova sistemazione, ma evidentemente non era vero. Anche perché dopo un paio d’ore i poliziotti se ne erano già andati e i ragazzi sono rientrati nell’ambasciata. Adesso sono di nuovo là.
Rassegna: Ma chi ha autorizzato lo sgombero?
Hassan: Questo non lo sappiamo. Mi piacerebbe saperlo perché, ripeto, quell’edificio è territorio somalo, è stato acquistato dal governo vent’anni fa, prima della guerra. Ora come ora non abbiamo un interlocutore che ci possa spiegare cosa ci sia effettivamente dietro questo sgombero.
Rassegna: Possibile che le istituzioni italiane abbiano scoperto solo quella sera la situazione nell’ambasciata?
Hassan: Mi piacerebbe crederlo. Lo spererei tanto. Ma non così. Non è possibile che le istituzioni italiane non conoscessero una situazione che va avanti da oltre cinque anni nel pieno centro di Roma. E’ incredibile che un paese democratico ed europeo, si comporti così con i suoi rifugiati.
Rassegna: Cosa succederà ora
Hassan: Noi non ci fermeremo, perché rientra nei nostri diritti. E rientra soprattutto nei diritti di coloro che stanno subendo questa situazione. Dobbiamo riuscire innanzitutto a trovare un responsabile della situazione terribile in cui versano i nostri rifugiati a Roma. Perché un responsabile c’è, non sappiamo ancora chi sia, ma c’è. Faremo di tutto per riuscire a incontrare questa persona. E poi voglio lanciare un appello all’Italia, affinché lasci liberi i rifugiati somali. Se non è in grado di assicurare loro una vita dignitosa, distrugga i loro documenti di ingresso e permetta loro di andare a vivere in paesi in cui sono trattati come persone e non come animali.
Salve a tutti, in particolare ai fratelli somali.
Lo sapete quanto ha rubato l’Italia negli anni 80 con i progetti della cooperazione sulla Somalia?circa 8.000 miliardi di vecchie lire…..!
Lo sapete quanti rifiuti tossici e radioattivi hanno versato nel mare della Somalia le cosiddette industrie del nord-Italia?Migliaia di tonnellate…!
Lo sapete da chi siamo governati in Italia ?Da una ciurma di semianalfabeti, cocainomani, pedofili, ignoranti e pure razzisti
Lo sapete chi nel 91 inviava le armi ad Aidid di nascosto della comunità internazionale, gettando nel caos che dura da vent’anni quel paese ? L’Italia…..!
Lo sapete chi ha poi lasciato morire un milione di persone in Somalia in venti anni ?
L’Italia…!
Lo sapete chi ad oggi nega costantemente i visti a Nairobi ai somali anche malati e bisognosi di cure, seppure preventivamente pagate, per ordine del gerarca Maroni