
“Proprio in questi giorni” che stiamo affrontando la delicata vicenda della Fiat a Termini Imerese e quindi il piano complessivo della Fiat in Italia – ha rimarcato Scajola – questa rapidità di decisione dell’Azienda di annunciare già da oggi, e di avviare a fine mese, la cassa integrazione per tutti gli stabilimenti Fiat mi pare una decisone non opportuna. Con la Fiat i nostri contati sono continui ma non sapevamo dell’annuncio di ieri. Mi auguro che si possa riannodare il filo ma questa decisone rende piu’ difficile la
La cassa integrazione riguarda i 30 mila lavoratori di Mirafiori, Melfi, Termini Imerese, la Sevel, Cassino e Pomigliano. Alle radici della decisione – sostiene l’azienda in un comunicato – il cattivo andamento degli ordini a gennaio.
Anche il leader della Cisl Raffaele Bonanni critica la scelta della Fiat di mettere in cassa integrazione 30mila lavoratori dell’auto. “E’ un modo singolare di procedere – ha detto Bonanni – a margine del convegno della Confsal – qualcuno lo chiamerebbe ricatto”. Secondo il segretario generale della Cisl ” singolare che Fiat si incontri prima di Natale e tra un incontro e un altro ci fa trovare 30mila cassa integrati”.
‘La Fiat ha il dovere di dire come tutelare la produzione industriale a Termini Imerese per garantire l’occupazione e lo sviluppo”, ha invece richiesto il segretario nazionale della Uil, Luigi Angeletti. ‘La questione Fiat – ha osservato – e’ semplice e drammatica. Esiste un problema di sotto capacita’ produttiva in Italia, e cioe’ produce troppe poche auto rispetto a quelle che si vendono’.
Ieri, tra l’altro, il segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini aveva tuonato contro l’azienda di Torino: “La Fiat ieri ha annunciato che distribuirà agli azionisti il dividendo di 237 milioni di euro e oggi comunica la cassa integrazione. La situazione è paradossale, tenuto conto che nel frattempo l’azienda ha licenziato 38 lavoratori precari di Pomigliano e 16 di Termini Imerese”. L’azienda, ha spiegato, “da un lato licenzia, dall’altro distribuisce gli utili. Questo è uno schiaffo alla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori, che hanno perso il lavoro o che da tempo sono in cassa senza alcuna integrazione al reddito da parte dell’azienda”.
L’annuncio della Fiat ‘credo vada letto come un fatto puramente industriale’. E’ stato invece il commento di Eugenio Razelli, presidente dell’Anfia, a margine di un incontro organizzato da Quattroruote. ‘Si comincia a non vedere ordini e ci si prepara a ridurre la produzione – ha spiegato -: e’ un fatto tecnico perche’ la Cig va annunciata con un certo anticipo’.
Intanto la protesta operaia non si ferma. I 38 operai precari della Fiat auto di Pomigliano d’Arco (il cui contratto scaduto a fine anno non è stato rinnovato), stanno bloccando alcune strade cittadine ed impedendo la circolazione. I manifestanti hanno lasciato la stanza del sindaco, occupata ieri dopo essere saliti sul tetto del municipio, ed aver sfilato in corteo per le strade cittadine. Stamattina stanno impedendo alle auto l’ accesso a via Vittorio Emanuele, strada che conduce al municipio
Ma la tensione sale anche nello stabilimento di Termini Imerese. Oggi i dirigenti dell’impianto siciliano hanno comunicato la sospensione della produzione e delle tute blu, anziché l’avvio della Cig. Una mossa collegata ai blocchi avviati ieri davanti ai cancelli anche dai familiari degli operai, che hanno impedito l’ingresso dei tir carichi di componenti della Lancia Ypsilon, impedendone l’assemblaggio e provocando il fermo della catena di montaggio.
“Una provocazione – dice Roberto Mastrosimone della Fiom – praticamente alla vigilia del vertice al ministero del 29. Non ci sono precedenti: i lavoratori erano qui, come ieri, pronti a lavorare, ma l’azienda, invece di assicurare la Cassa integrazione, ora, dopo l’annuncio della sospensione, potrebbe non pagare gli operai. Peraltro, alcuni sono stati fatti entrare in fabbrica, altri no, con il chiaro obiettivo di dividere e fare salire la tensione. Sara’ della Fiat la colpa se si accedenderanno gli animi”.
Il presidio, dunque, continua. Intanto mancano due giorni alla riunione al ministero dello Sviluppo economico, convocato per neutralizzare il piano che prevede lo stop della produzione di auto dal 2012. E va avanti la protesta di tredici operai della ditta dell’indotto Delivery Email, che, sfidando freddo e pioggia, da nove giorni sono accampati sul tetto di un capannone contro i licenziamenti conseguenza della revoca della commessa da parte del Lingotto.
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