
Secondo il Wsj, i suicidi nel paese sono aumentati del 40% nei primi 5 mesi del 2011. Vittime, uomini adulti rovinati dalla recessione. Il ministero delle Finanze: “Situazione gravissima”. Pronte nuove, drastiche misure. Sindacati sul piede di guerra
di rassegna.it
La crisi è anche questo: in Grecia è vertiginosamente aumentato il numero dei suicidi. Il baratro nel quale è scivolata l’economia greca, infatti, sarebbe alla base di una crescita del 40 per cento delle morti autoindotte nei primi cinque mesi dell’anno. Almeno è quanto sostiene Wall Street Journal, che però riporta i dati ufficiali del ministero della Salute di Atene.
In Grecia, tra l’altro – scrive il quotidiano americano – il suicidio è visto come una vergogna, pertanto i casi reali sarebbero ancora di più visto che i familiari di molte vittime cercherebbero di coprire il fattaccio, mettendo in scena incidenti.
L’organizzazione Klimaka, che gestisce un telefono amico per la prevenzione dei suicidi, riceveva un tempo al massimo 10 chiamate al giorno. Ora il numero delle chiamate in alcuni giorni arriva addirittura a 100. A chiamare sono uomini finanziariamente rovinati fra i 35 e i 60 anni. Le vittime della crisi, che non vedono più sbocchi per la propria vita. “Hanno perso la loro identità di marito che porta il pane a casa e non si sentono più uomini secondo i nostri standard culturali”, spiegano da Klimaka.
In effetti, “la Grecia sta affrontando la più grande crisi dai tempi della guerra civile“, ha detto al parlamento di Atene il ministro delle finanze Evangelos Venizelos, secondo quanto riferisce Bloomberg. “Il Paese si trova in una posizione estremamente difficile ed è costretto a varare drastiche misure di bilancio che richiedono altri sacrifici”, ha aggiunto il ministro, che ha poi bacchettato i colleghi parlamentari affermando che “non hanno ancora capito i rischi” che corre la Grecia, fra questi “uno stallo totale dell’economia”.
Contro piani ristrutturazione del governo, autobus, metropolitane e treni saranno fermi, domani per uno sciopero di 24 ore. Il piano sui trasporti del governo, infatti, prevede il trasferimento ad altri impieghi pubblici di una parte del personale di questo settore, spiega il quotidiano greco Ekathimerini, ma anche stipendi pesantemente decurtati per i prossimi 12 mesi. I sindacati si riuniranno oggi per organizzare nuove azioni di protesta.
Secondo la stampa locale, inoltre, c’è soddisfazione negli ambienti del ministero delle Finanze greco per l’esito della teleconferenza di ieri sera fra Venizelos e i rappresentanti della “troika”, Paul Thomsen del Fondo Monetario Internazionale, Matthias Mors della Commissione Europea e Claous Mazuch, dell’Ue. Durante l’incontro – riferiscono oggi i giornali – è stato raggiunto un accordo di massima riguardo le misure da adottare per far uscire la Grecia dalla crisi.
Si tratta, però, come le hanno definite i media, di “misure shock” che si concretizzeranno con l’arrivo della “troika” ad Atene previsto, secondo il comunicato della Commissione Ue, per la settimana prossima. Le misure da prendere dovranno riguardare per un terzo le entrate e per due terzi i tagli delle spese.
Nuove lacrime e nuovo sangue, insomma. Tra le misure ci sarebbero l’abbassamento del tetto minimo dell’imponibile (da 8.000 a 4.000 euro), l’equiparazione del prezzo del gasolio da riscaldamento con quello per i veicoli, la riduzione degli stipendi e delle pensioni, i licenziamenti nel settore pubblico, l’abolizione dei sussidi e degli incentivi.
Per oggi, infine, è prevista una riunione della commissione governativa, presieduta dal premier socialista Giorgio Papandreou, durante la quale saranno esaminati i risultati della teleconferenza, mentre le misure definitive verranno adottate alla fine dei controlli di tutti i dati economici. “I tecnici delle due parti – come recita un comunicato del ministero delle Finanze – continuano l’elaborazione dei dati riguardanti tutto il periodo previsto dal Programma Economico a Medio Termine” (2011-2014). Intanto il ministro delle Finanze, riferendosi alle voci circa un eventuale referendum sulla permanenza o meno del Paese nell’eurozona, ha detto che “la partecipazione della Grecia nell’eurozona costituisce un’irrinunciabile e fondamentale scelta nazionale che il popolo greco protegge con i propri sacrifici perché sa quanto è preziosa”.