
di Carlo Ruggiero
L’Iran è in fiamme, almeno secondo il tam tam su Twitter, social network globale e una delle poche fonti di informazione da Teheran. Secondo fonti non confermate, infatti, nel giorno del trentunesimo anniversario della rivoluzione islamica, scontri tra forze dell’ordine e dimostranti dell’opposizione sono in corso nella capitale. Altre dimostrazioni, inoltre, avvengono nelle città di Isfahan e Shiraz. Il regime, in ogni caso, non permette ai media stranieri di seguire le manifestazioni di piazza.
Ma è tutta la rete a seguire le vicende iraniane. “Le forze di sicurezza attaccano la folla mentre si muove tra le strade della capitale”, scrive il sito web Parlamanews, sottolineando che l’episodio più grave è l’aggressione a Mehdi Karrubi, leader riformista, ma che episodi simili “si sono verificati in numerosi posti”. Altri scontri si sarebbero verificati nei pressi di piazza Azadi. Secondo la stessa fonte, poi, una nipote dell’ayatollah Ruhollah Khomeini, Zahra Eshraghi, sarebbe stata costretta ad allontanarsi dalle forze di sicurezza mentre prendeva parte alle manifestazioni per l’anniversario della rivoluzione insieme a sostenitori dell’opposizione.
Secondo i testimoni, gli agenti starebbero utilizzando proiettili di vernice per poi poter individuare gli oppositori. Secondo alcuni ‘twit’ ‘ci sono almeno dieci feriti nei pressi di Arya-Shahr’., Secondo quanto riferisce la Cnn, inoltre, la polizia in assetto anti-sommossa ha sparato in aria e lanciato lacrimogeni per disperdere la folla a Isfahan.
Stando a quanto riferisce il sito Jaras, sempre a Teheran, anche Mohammad Reza Khatami (fratello dell’ex presidente Mohammad Khatami) sarebbe stato aggredito dalle forze di sicurezza iraniane, mentre si apprestava a prendere parte alle celebrazioni. I dimostranti dell’opposizione, intanto, si stanno radunando in piazza Enqelab, dove i basiji avrebbero iniziato a sparare in aria per disperdere la folla.
Alcuni giovani dimostranti avrebbero inoltre fermato un autobus carico di miliziani basiji, e dopo aver fatto scendere le persone a bordo, avrebbero incendiato il mezzo. Lo riferisce il Consiglio nazionale della resistenza iraniana, citando testimoni sul posto. L’episodio si e’ verificato in via Arya-Shahr, lo stesso luogo teatro di duri scontri, secondo altre fonti, che avrebbero causato almeno dieci feriti.
Proprio per evitare il tam tam via internet, il regime ha bloccato anche il servizio di posta elettronica Gmail, molto usato dall’opposizione. Google ha confermato almeno in parte la notizia, che era stata data ieri sera da Wall Street Journal.. Intanto i tre principali siti governativi iraniani, Farsnews, Irna e Presstv, da stamattina non sono accessibili al pubblico. Secondo i siti riformisti Rahesabz e Cyrusnews, gli hacker dell’opposizione sarebbero riusciti a oscurare momentaneamente questi tre siti filogovernativi.
Intanto, dal palco, il regime mostra i muscoli alla comunità internazionale. L’Iran “ha gia’ prodotto la prima partita di carburante nucleare arricchito al 20 per cento”, ha rivelato oggi Mahmoud Ahmadinejad, nel corso del discorso che sta pronunciando nella piazza Azadi. Secondo il presidente iraniano, poi, gli scienziati di Teheran dispongono delle competenze necessarie per arricchirlo fino all’80 per cento, ma non lo faranno. Ahmadinejad, parlando dinanzi a migliaia di persone, ha detto che il suo Paese e’ cosi’ coraggioso” che, se cercasse la bomba atomica, lo “annuncerebbe in anticipo”. Ahmadinejad ha anche preannunciato che il regime ha intenzione di triplicare la produzione di uranio a basso arricchimento.
‘Anche a noi risultano i primi scontri e ci risulta che questi sono il segnale preoccupante che ci aspettavamo e non ci aspettiamo niente di buono’ per la giornata. Ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervenendo in tv senza nascondere i propri timori per le manifestazioni in corsoi a Teheran.
‘Non ci aspettiamo niente di buono perché – ha aggiunto – e’ evidente che il regime iraniano vuole approfittare dell’occasione per mostrare grande coesione di piazza a favore del regime, eccitando l’orgoglio nazionale iraniano che e’ un sentimento fortissimo’. Il titolare della Farnesina ha anche ricordato come il regime stia ‘approfittando’ del fatto che in Iran c’e’ moltissima gente che e’ costretta a scendere in piazza sia perche’ lavora per lo Stato, sia perche’ in Iran ‘si sa chi va in piazza e chi non ci va’.