Strauss-Kahn: la risalita è iniziata, ma la crisi “non è finita”. Disoccupazione destinata a salire ancora fino a tutto il 2010. Il Fondo alza al 3,1% le stime per l’economia mondiale per il 2010. Stabili le previsioni sul debito italiano
di Carlo Ruggiero
La ripresa è effettivamente iniziata, ma sarà molto lenta e non porterà nuovi posti di lavoro. Al contrario, la disoccupazione è destinata a salire ancora. Almeno fino a tutto il 2010. La conferma alle analisi conclusive del G20 di Pittsburgh è stavolta piuttosto autorevole. Giunge dal direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn che, durante i lavori del vertice annuale dell’organizzazione a Istanbul, ha alzato le stime per l’economia mondiale nel 2010 al 3,1%. Secondo l’Fmi, però, la crisi ‘non e’ ancora terminata”.
A detta del Fondo, infatti, “l’economia mondiale si ridurrà dell’1,1 per cento quest’anno, prima di tornare a crescere del 3,1 per cento nel 2010′. La previsione è dunque rivista al rialzo: a luglio l’Fmi pensava a 1,4% di contrazione del Pil nel 2009, e 2,5 per cento di crescita per l’anno successivo. L’economia mondale, si legge nel World Economic Outlook, è tornata a crescere grazie ad ‘un vasto intervento pubblico che ha supportato la domanda e abbassato le incertezze”.
Notizie positive dunque, ma il rovescio della medaglia si chiama occupazione. Per il Fondo monetario internazionale, infatti, bisogna affrontare ora le sfide della ‘crescita della disoccupazione e la riduzione della povertà”. In particolare, spiega il capo economista del Fondo Olivier Blanchard, sarà una ripresa ‘lenta, con limitazioni al credito e, per un periodo, senza occupazione”. Il Fondo prevede quindi che la chiave sarà ‘riportare in salute il settore finanziario”, andare avanti con la regolamentazione e mantenere” i piani anticrisi ‘fino a quando la ripresa sarà fondata su basi solide’. L’Fmi ammonisce comunque i governi e la politica a predisporre per tempo delle exit strategy.
Per quanto riguarda l’Italia, il Fondo monetario internazionale mantiene sostanzialmente stabili le previsioni sul debito lordo, previsto al 115,8% nel 2009 e al 120,1% nel 2010. Il nostro paese resta così il secondo fra quelli sviluppati dopo il Giappone. Per l’Italia rimane invariata la stima di un calo del prodotto pari al 5,1% nel 2009 ma sale dello 0,3%, fino a un dato positivo dello 0,2%, la previsione per il 2010. Il rimbalzo prenderà gradualmente forza nel corso del 2010, con il dato del quarto trimestre stimato positivo dello 0,8%. Un andamento in linea con quella dell’intera zona euro, la cui economia viene prevista in perdita del 4,2% quest’anno e in ripresa dello 0,3% il prossimo. Per quanto riguarda l’inflazione italiana resta moderata, con una crescita dello 0,7% quest’anno e dello 0,9 nel 2010 a fronte dello 0,8% di Eurolandia per il prossimo anno.
Il problema della disoccupazione, però, resta anche in Italia. Per il Fondo il tasso di disoccupazione nel nostro paese passerà dal 9,1% del 2009 a quota 10,5% nel 2010. A desso siamo intorno al 7,5%. Dati che si avvicinano molto a quelli presentati dal Centro studi di Confindustria qualche tempo fa e in linea con il milione di assegni di disoccupazione liquidati dall’Inps nell’ultimo anno.
A detta del Fondo, infatti, “l’economia mondiale si ridurrà dell’1,1 per cento quest’anno, prima di tornare a crescere del 3,1 per cento nel 2010′. La previsione è dunque rivista al rialzo: a luglio l’Fmi pensava a 1,4% di contrazione del Pil nel 2009, e 2,5 per cento di crescita per l’anno successivo. L’economia mondale, si legge nel World Economic Outlook, è tornata a crescere grazie ad ‘un vasto intervento pubblico che ha supportato la domanda e abbassato le incertezze”.
Notizie positive dunque, ma il rovescio della medaglia si chiama occupazione. Per il Fondo monetario internazionale, infatti, bisogna affrontare ora le sfide della ‘crescita della disoccupazione e la riduzione della povertà”. In particolare, spiega il capo economista del Fondo Olivier Blanchard, sarà una ripresa ‘lenta, con limitazioni al credito e, per un periodo, senza occupazione”. Il Fondo prevede quindi che la chiave sarà ‘riportare in salute il settore finanziario”, andare avanti con la regolamentazione e mantenere” i piani anticrisi ‘fino a quando la ripresa sarà fondata su basi solide’. L’Fmi ammonisce comunque i governi e la politica a predisporre per tempo delle exit strategy.
Per quanto riguarda l’Italia, il Fondo monetario internazionale mantiene sostanzialmente stabili le previsioni sul debito lordo, previsto al 115,8% nel 2009 e al 120,1% nel 2010. Il nostro paese resta così il secondo fra quelli sviluppati dopo il Giappone. Per l’Italia rimane invariata la stima di un calo del prodotto pari al 5,1% nel 2009 ma sale dello 0,3%, fino a un dato positivo dello 0,2%, la previsione per il 2010. Il rimbalzo prenderà gradualmente forza nel corso del 2010, con il dato del quarto trimestre stimato positivo dello 0,8%. Un andamento in linea con quella dell’intera zona euro, la cui economia viene prevista in perdita del 4,2% quest’anno e in ripresa dello 0,3% il prossimo. Per quanto riguarda l’inflazione italiana resta moderata, con una crescita dello 0,7% quest’anno e dello 0,9 nel 2010 a fronte dello 0,8% di Eurolandia per il prossimo anno.
Il problema della disoccupazione, però, resta anche in Italia. Per il Fondo il tasso di disoccupazione nel nostro paese passerà dal 9,1% del 2009 a quota 10,5% nel 2010. A desso siamo intorno al 7,5%. Dati che si avvicinano molto a quelli presentati dal Centro studi di Confindustria qualche tempo fa e in linea con il milione di assegni di disoccupazione liquidati dall’Inps nell’ultimo anno.
link originale: http://rassegna.it/articoli/2009/10/1/52647/fmi-prima-ripresa-ma-senza-lavoro