La guerra alla stampa di Berlusconi

berlusconi_36278Dopo le accuse di Feltri, Dino Boffo si dimette da direttore di “Avvenire”. E’ l’ultimo atto di una settimana nera per l’informazione italiana, iniziata con la citazione per danni a Repubblica e Unità. Fnsi: “Manifestazione il 19 settembre per la libertà”

di Carlo Ruggiero

“Da sette giorni la mia persona è al centro di una bufera di proporzioni gigantesche che ha invaso giornali, televisioni, radio, web, e che non accenna a smorzarsi, anzi. La mia vita e quella della mia famiglia, le mie redazioni, sono state violentate con una volontà dissacratoria che non immaginavo potesse esistere”. E ancora: “Qualcuno, un giorno, dovrà pur dovrà spiegare perchè a un libero cronista, è stato riservato questo inaudito trattamento”. Infine: “Se si fa così con i giornalisti indipendenti, onesti, e per quanto possibile, nella dialettica del giudizio, collaborativi, quale futuro di libertà e di responsabilità ci potrà mai essere per la nostra informazione?”Sono, questi, solamente pochi passaggi della lettera inviata oggi (3 settembre) al presidente della Cei Angelo Bagnasco con la quale Dino Boffo si è dimesso dalla direzione del quotidiano dei vescovi “Avvenire”. Pochi passaggi che però fotografano con dovizia di particolari la situazione in cui è stata scaraventata nel giro di pochi giorni l’intera informazione italiana. Le dimissioni di Boffo, sbattuto in prima pagina da “Il Giornale” di Vittorio Feltri con una presunta vicenda giudiziaria (e con interesse pruriginoso a dettagli intimi della sua vita privata) sono infatti solamente l’ultimo atto di una settimana nera, iniziata con Silvio Berlusconi che va dai giudici e chiede un risarcimento danni di un milione di euro a “La Repubblica. Il presidente del consiglio considera infatti diffamatorie le 10 domande che il quotidiano diretto da Ezio Mauro pubblica da più di due mesi, e alle quali Berlusconi non ha mai risposto.

Pochi giorni dopo è la volta de “L’Unità”, per la quale il conto è più salato: due milioni di euro di indennizzo per la copertura stampa del sex gate di Villa Certosa e Palazzo Grazioli. Ma per il quotidiano di Concita De Gregorio non finisce qui. In una nota, la direzione del giornale ha infatti spiegato che “il capo del governo ha chiesto anche la condanna a una pena pecuniaria di 200.000 euro ciascuna per il direttore responsabile, per le giornaliste Natalia Lombardo e Federica Fantozzi, per l’opinionista Maria Novella Oppo e per la scrittrice Silvia Balestra”. Il tutto quindi per un ammontare complessivo di 3 milioni di euro.

Nella guerra intrapresa da Silvio Berlusconi nei confronti della stampa non allineata rientrano poi la “censura preventiva” su Rai e Mediaset del trailer del film “Videocracy” di Erik Gandini, presentato al Festival di Venezia che ricostruisce in modo critico i tre decenni di crescita dei canali Mediaset e l’attacco del premier ai portavoce dei commissari europei che sono intervenuti pubblicamente per chiedere “chiarimenti” all’Italia dopo il respingimento in Libia di immigrati eritrei e somali. Nel frattempo, en passant, c’è scappata anche una querela indirizzata ad Antonio Di Pietro. A conti fatti sembrerebbe l’inizio di una vera e propria campagna d’autunno.

L’ira funesta del Cavaliere
, però, non è passata inosservata, almeno nella stampa straniera. I maggiori quotidiani europei continuano ad occuparsi della strana situazione italiana. L’Independent sottolinea il tentativo di Berlusconi “di censurare un film sulla sua vita amorosa”, mentre il Daily Telegraph titola: “Superman Berlusconi sfida la Ue”. Anche Le Monde si occupa delle dichiarazioni del premier sulla Commissione europea, ricordando che “non è la prima volta che attacca Bruxelles”, France Soir sostiene invece che nelle ultime ore gran parte del “capitale politico del Cavaliere è stato dilapidato”. In Spagna, El Pais sottolinea infine l’attacco di Berlusconi contro la stampa, facendo riferimento alla citazione in giudizio contro l’Unità e la richiesta di risarcimento danni.

In Italia, invece, al silenzio della tv
ha risposto la segreteria della Federazione nazionale della stampa, che ha proposto “alle forze sindacali e sociali” di tenere sabato 19 settembre prossimo a Roma una “manifestazione civica per la libertà dell’informazione, difendendola da ogni tentativo di depotenziarne la funzione costituzionalmente garantita e di indurre silenzi non dovuti”. Per la Fnsi, infatti, “c’è un allarme che sta diventando molto alto nel Paese” e “c’è bisogno urgente di riassumere e promuovere la consapevolezza piena della funzione dell’informazione quale pilastro di ogni democrazia; una funzione che è anche politica ma che non appartiene alla disponibilità del potere”. E’ il caso di tenerlo ben chiaro in tempi in cui, come scrive Giuseppe D’Avanzo su Repubblica.it, “i caratteri del “male italiano” sono il conformismo, l’obbedienza, l’inazione”.

link originale: http://www.rassegna.it/articoli/2009/09/03/51429/la-guerra-alla-stampa-di-berlusconi

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